Il
particolare dell'affresco sotto
riprodotto, tratto dalla
celebre Scuola d'Atene di Raffaello Sanzio
(Stanze Vaticane, 1511), raffigura
Pitagora intento a scrivere:
Alla sua destra si
nota un giovane che mostra al
filosofo una
tavoletta sulla quale compaiono dei simboli e
delle scritte. Ingrandendo la
tavoletta si possono fare
delle interessanti scoperte.
Raffaello Sanzio,
dettaglio del particolare
raffigurante
Pitagora (dalla Scuola d'Atene, Stanze Vaticane, 1511)
|
Riproduzione
grafica del contenuto della
tavoletta
|
La tavoletta raffigura alcuni
rapporti ed intervalli musicali
individuati e studiati da Pitagora;
e precisamente:
Epògdoon = rapporto di 9/8
che caratterizza il tono pitagorico. Diatéssaron
= intervallo di quarta (es. Do-Fa).
Diapénte = intervallo
di quinta (es. Do-Sol). Diàpason
= intervallo di ottava (es.
Do-Do).
I numeri nella parte superiore
6, 8, 9, 12 indicano l'ottava
(6,12), la quinta (6,9 e 8,12),
la quarta (6,8 e 9,12) e la
fondamentale (12,12).
Le 10 "I" in basso
rappresentano la Tetraktys (1+2+3+4=10). |
|
La Tετρακτύς
(Tetraktys),
figura sacra per eccellenza
dei Pitagorici, rappresentava il numero 10. Era
raffigurata come un triangolo fatto di
punti: quattro per ogni lato ed un punto al centro; ovvero un punto sul
livello più alto, due sotto, poi tre, ed infine
quattro.
Si tratta di una disposizione geometrica che esprime
un numero, ovvero di un numero espresso attraverso una
disposizione geometrica. Il concetto che essa presuppone è quello
dell'ordine misurabile.
|
Il numero 10 era il più importante per i
pitagorici e rappresentava
per loro l'Universo. Scrive Filolao:
Il
10 è responsabile di
tutte le cose, fondamento e
guida sia della vita divina
e celeste, sia di quella umana.
Il
10 è "quattro al
triangolo" ed è
inoltre la somma dei primi quattro
numeri, 1 + 2 + 3 + 4 = 10,
gli stessi numeri che si ritrovano
nei rapporti degli intervalli
musicali. E il 10 rappresenta
la somma di tutte le dimensioni:
un punto, che non ha dimensioni,
2 punti, che generano una linea
a una dimensione, 3 punti, che
generano un triangolo in due
dimensioni, e 4 punti, che generano
un tetraedro nelle tre dimensioni.
|
|
Il 10 era la sacra Tetraktys,
simbolo esoterico dei pitagorici.
Il matematico Dantzig ci
riporta la preghiera alla
Tetraktys che veniva recitata
dai pitagorici:
Benedici noi, o numero
divino, tu da cui derivano gli
dei e gli uomini. O santa, santa
Tetrade, tu che contieni la
radice, la sorgente dell'eterno
flusso della creazione. Il numero
divino si inizia coll'unità
pura e profonda, e raggiunge
il quattro sacro; poi produce
la matrice di tutto, quella
che tutto comprende, che tutto
collega; il primo nato, quello
che giammai devia, che non affatica,
il sacro dieci, che ha in sé
la chiave di tutte le cose.
Del resto anche Dante (Convivio
2, XIV, 3) considera il dieci
come il numero perfetto:
con ciò sia cosa che, dal
diece in su, non si vada se non esso diece alterando con gli altri nove e con se stesso...
Secondo l'interpretazione esoterica della figura, il vertice del triangolo, il
punto più in alto, rappresenta il Logos; il triangolo completo costituisce la Tetrade, o Triangolo nel Quadrato,
equivalente al Tetragrammaton
ebraico. I lati che chiudono i
punti della Tetrade rappresentano le barriere della materia, o Sostanza
noumenica, e separano il triangolo dal mondo del pensiero. Per Pitagora il
Triangolo era la prima concezione
della Divinità manifestata
(Padre-Madre-Figlio); il
Quaternario, invece, era
il numero perfetto, la radice
ideale di tutti
i numeri e di tutte le cose
sul piano fisico. La Tetrade
è il secondo Logos o Demiurgo.
Plutarco afferma che i Pitagorici
consideravano la Tetrade come
radice e principio di tutte
le cose, poiché essa
è il numero degli elementi
che danno origine a tutte le
cose create, visibili ed invisibili.
|
|