CULTI SOLARI E DELLA MAGNA MATER

 

 

Forse proprio per questa vocazione spirituale fu relativamente facile sovrapporre il culto di Mithra a quello del Gesù cristiano: una sovrapposizione che perdura tutt'oggi.

Mithra nasce al solstizio d'inverno, e proprio per simboleggiare il passaggio dalle tenebre alla luce viene al mondo in una grotta, altra analogia con il Cristo. Intorno all'altare circolare, simbolo del cielo con i suoi 12 astri (12 erano i compagni di Mitra, così come 12 sono gli apostoli di Cristo) si svolgeva il pasto sacro consistente in pane, acqua, vino, a ricordo dell'ultima cena del dio prima della sua salita al cielo sul carro del Sole per ricongiungersi al Padre.

Un'ultima cena e una salita al cielo: come non pensare ancora al racconto del Gesù cristiano?

Sull'altare, dove il rito in onore di Mithra si officiava, era esposto un disco che ricordava il sole, da mostrare ai fedeli (ostensio): un'altra somiglianza col rituale cattolico, dove l'ostensorio, circondato dalla preziosa raggiera d'oro, e contenente "il corpo del Cristo", durante la messa viene adorato. Ma anche altri sono gli usi che il cattolicesimo ha preso da questo culto: il copricapo dei vescovi non si chiama forse ancora mitra? E il termine Pater - Padre, con cui si chiamava il primo sacerdote di Mithra, non si usa ancora per i sacerdoti e per il capo della Chiesa di Roma, il Papa? Ma anche stole, paramenti, incenso..., tutto ricorda Mithra, come pure l'uso di inchinarsi a mani giunte davanti all'ostensorio.

Nelle viscere della terra, sotto la basilica di S. Clemente a Roma, come abbiamo già ricordato, ci sono i resti di un antico tempio del dio. Questo mitreo, situato al terzo strato, era stato allagato dall'acqua piovana che aveva formato un vero e proprio lago sotterraneo, ma è stato bonificato agli inizi del XX sec. Esso rappresenta la grotta dove si diceva che fosse nato Mithra. Vi sono raffigurate le costellazioni, di cui le quattro più grandi rappresentano le stagioni, che il sole col suo ciclo determina.

 

 

Il mitreo di San Clemente

 

Sulla facciata frontale dell'altare è raffigurato Mithra mentre uccide il toro, e su quelle laterali, da un lato Caute con la torcia alzata (il sole nella sua fase ascendente) e dall'altro lato Cautopate con la torcia abbassata (il sole discendente). Una mirabile figurazione trinitaria cosmica dunque: Mithra, Caute, Cautopate, che non può non ricordare, almeno per analogia, quella successiva della Trinità.

Ancora nel V sec. i culti solari erano molto radicati a Roma, tanto che papa Leone Magno in un sermone natalizio così rimproverava i suoi fedeli: "E' così tanto stimata questa religione del Sole che alcuni cristiani... si volgono verso il Sole e piegando la testa si inchinano in onore dell'astro fulgente. Siamo angosciati e ci addoloriamo molto per questo fatto... Infatti anche se intendono venerare il Creatore della luce leggiadra, e non la luce stessa che è una creatura, devono astenersi da ogni apparenza di ossequio a questo culto pagano" (Sermones, XXVII, 4).

Questa è una classica raffigurazione di Mitra che uccide il toro:

 

 

Mitra che uccide il toro (Londra, British Museum)

 

Si notino ancora una volta le fattezze efebiche attribuite al dio, del tutto simili a quelle di Dioniso e Tammuz-Adone; si noti poi la presenza di un serpente ed un cane che sembrano bere dalla ferita del toro, mentre uno scorpione cerca di ferire i testicoli del toro. Questi animali alludono alle costellazioni che si trovavano sull'equatore celeste nei pressi della costellazione del Toro nell'"era del Toro", quando durante l'equinozio di primavera il sole sorgeva appunto nella costellazione del Toro.