CULTI SOLARI E DELLA MAGNA MATER

 

 

Iside e Osiride

Dio della fertilità era infine anche Osiride, il primo, pare, ad inaugurare la serie dei morti e risorti, nonché quella delle "divinità fatte a pezzi", di cui resta traccia evidentissima nel mito greco (si pensi, solo per citare due casi celebri, al mito di Ippolito fatto a pezzi dalle sue cavalle o a quello di Orfeo fatto a pezzi dalle Baccanti e gettato nel fiume Ebro). Come ho accennato in precedenza, è probabile che nei tempi più remoti del matriarcato una simile consuetudine venisse messa in pratica sul serio, ai danni del malcapitato paredro di turno.

Osiride portò la civiltà agli uomini, insegnò loro come coltivare la terra e produrre il vino e fu molto amato dal popolo. Seth, invidioso del fratello, cospirò per ucciderlo. Egli costruì in segreto una bara preziosa fatta appositamente per il fratello e poi tenne un banchetto, nel quale annunciò che ne avrebbe fatto dono a colui al quale si fosse adattata. Dopo che alcuni ebbero provato senza successo, Seth incoraggiò il fratello a provarla. Appena Osiride vi si adagiò dentro, il coperchio venne chiuso e sigillato. Seth e i suoi complici gettarono la bara nel Nilo, facendo annegare Osiride. Questo atto simboleggerebbe l’annuale inondazione del Nilo.

Iside con l’aiuto della sorella Nefti riportò Osiride alla vita usando i suoi poteri magici. Prima che si potesse vendicare, Seth uccise nuovamente Osiride, fece a pezzi il suo corpo e nascose le quattordici (secondo alcune fonti: tredici o quindici) parti in vari luoghi. Iside e Nefti trovarono i pezzi, eccetto i genitali, che erano stati mangiati dal pesce Ossirinco: ed ecco ritornare l'elemento dell'evirazione del paredro, tipico dei culti della fertilità.
Ra mandò Anubi e Thot ad imbalsamare Osiride, ma Iside lo riportò in vita.

 

 

Papiro raffigurante Anubi che imbalsama Osiride

 

Successivamente Osiride andò negli inferi per giudicare le anime dei morti, e così venne chiamato Neb-er-tcher ("il signore del limite estremo").
Il figlio che Osiride ebbe da Iside, Horus, quando fu abbastanza grande affrontò Seth in battaglia, per vendicare la morte del padre. Il combattimento fu lungo e cruento, Horus perse un occhio nella battaglia e Seth un testicolo. Il conflitto fu interrotto dagli altri dei, che decisero in favore di Horus e diedero a lui la sovranità del paese. Seth fu condannato e bandito dalla regione. In altre versioni le due divinità si riconciliarono, rappresentando l’unione dell’Alto e Basso Egitto.

Le feste in onore di Osiride si celebravano al tempo della semina del grano, sparso sul fertile limo del Nilo, così come le membra di Osiride, fatte a pezzi dall'invidioso fratello Seth, erano state seppellite da Iside in diverse parti, a significare la speranza di abbondanti raccolti in ogni luogo. A Vienna, nel Kunsthistorisches Museum, su di un sarcofago di basalto nero, è raffigurato Osiride che dona alla natura il suo sperma divino.

Tuttavia c'è un'importante differenza tra questo culto e tutti gli altri culti della Magna Mater di cui ci siamo fin qui occupati, ed è la stessa che abbiamo già riscontrato a proposito del culto di Mithra: esso infatti prevedeva per i suoi sacerdoti la castità, com'è evidente per esempio dall'XI libro delle Metamorfosi di Apuleio, trasparentemente autobiografico, in cui Lucio-Apuleio si consacra interamente alla dea Iside, alla quale deve la vita, ed in seguito viene iniziato anche ai misteri di Osiride e Serapide. Simbolo dell'assoluta rinuncia ai piaceri mondani e della carne è il taglio dei lunghi capelli biondi, vanto di Lucio, che avviene alla fine del romanzo.

La ragione di questa radicale differenza mi sembra sostanzialmente inspiegata: Fabio Mora, ricercatore di Storia delle religioni all'Università di Messina, nel saggio  Prosopografia Isiaca (EPRO 113, Leiden 1990) confuta con ottimi argomenti i tentativi di ricondurre il culto di Iside nell'ambito di un "normale" rituale misterico a vocazione esclusivamente femminile, facendo notare fra l'altro come un uomo fosse sacerdote di Iside Bubasti a Rodi; inoltre, pur ammettendo esplicitamente l'identificazione di Iside con Cìbele ed Afrodite, tutte varianti della stessa Magna Mater originaria, egli puntualizza: "Si noti però che, nonostante le identificazioni di Iside con Afrodite, quest'ultima tradizionalmente sovrintende ai piaceri d'amore [...], mentre Iside sembra richiedere (e proteggere) un certo grado di castità dai suoi fedeli (di entrambi i sessi!)" (Op. cit. pag. 3 nota 17). Osservazione sacrosanta, che però non spiega in alcun modo il perché di questa anomalia isiaca nel panorama dei culti della fertilità legati alla terra ed alla luna (gli elementi femminili per eccellenza). In effetti, come dicevo, essa rimane sostanzialmente inspiegata.

E' da notare infine che residui di questi antichi culti della fertilità della terra, mediante una "divinità fatta a pezzi", sono stati conservati anche nella tradizione cattolica. Ad esempio, a Matera, il 2 luglio si festeggia la "Madonna Bruna"; per la città si snoda una processione e viene trainato un grandioso carro allegorico, con in poppa la statua della Madonna. Al termine della processione, una volta che il carro ha riportato nella cattedrale la statua della Vergine, ripercorre nuovamente le strade. Allora avviene il così detto "sfascio": i fedeli lo assalgono per farlo a pezzi, tenendo per sé, come una preziosa reliquia, parti più o meno grandi delle raffigurazioni in cartapesta di cui sono riusciti ad impossessarsi.

Inutile dire che molta della simbologia degli dei morti e risorti ritorna anche nel mistero della Resurrezione del Cristo. Prima di Cristo anche Osiride, Dioniso, Attis, Adone, Mithra, di cui abbiamo parlato, risorgevano in Primavera, e come lui, forse ad indicare i tre mesi più freddi dell'anno, dovevano attendere tre giorni.

Il Cristo purificato nel suo stesso sangue sale alla luce del Dio padre, dopo aver sperimentato per tre giorni ("triduum sacrum") la notte-terra del sepolcro, nei passaggi tenebra-luce: il tramonto del venerdì, la notte del sabato, l'ascesa della domenica. Tuttavia, nella simbologia del viaggio misterico di morte e resurrezione del Cristo i rapporti "visibile" e "invisibile" sono ribaltati: la vita visibile terrena è quella apparente, e l'invisibile lontano cielo assurge a vera vita: la spiga-corpo e il vino-sangue non sono promessa di benessere e felicità nella vita terrena, ma promessa della Resurrezione celeste

 

(Fonti principali:

http://www.periodicoliberopensiero.it/pdf/Mantello-lettera-internazionale-permanenze-mitologiche.pdf

F. Mora, Prosopografia Isiaca. I. Corpus Prosopographicum Religionis Isiacae, EPRO 113, Leiden 1990
F. Mora, Prosopografia Isiaca. II. Prosopografia storica e statistica del culto isiaco, EPRO 113, Leiden 1990

Giornale italiano di filologia, Editrice Elia, Volumi 15-16, 1963.