La capacità dello specchio di connettere
diversi livelli di realtà è fondamentale nella litografia Tre sfere II, in
particolare per la sfera di mezzo, in quanto "l'intero ambiente si
riflette in essa, inoltre dà origine ad una tripla unità. In essa non solo si riflettono
le altre sfere di destra e di sinistra, ma tutte e tre sono visibili, ancora
una volta, nell'immagine riflessa del disegno al quale lavora l'artista"
(Ibidem).
Escher,
Tre sfere,
1946
Seguendo la descrizione delle tre sfere fornita da
Escher sappiamo che quella di sinistra, trasparente e riflettente, ingrandisce
la struttura del tavolo su cui è appoggiata e riflette la finestra dello
studio, che apre verso l'esterno, ma contemporaneamente anche il riflesso della
finestra della sfera centrale; in quella di mezzo si specchia sia l'autore,
mentre nella sua stanza deformata dà vita a questo gioco di rispecchiamenti,
sia le altre due sfere; infine quella a destra è opaca e mostra le luci e le
ombre. Le sfere sono oggetti "reali" e tridimensionali che il grafico
ritrae e simula sulla superficie piatta della stampa, disegni bidimensionali
mostrati nel momento della loro lavorazione grazie al riflesso della sfera
centrale e, per le due all'estremità, riflessi sulla superficie convessa al
centro. Lo specchio istituisce, connettendo e compenetrando, rapporti tra mondi
e tempi diversi: tra il mondo famigliare dello studio dell'artista e il mondo
delle tre sfere appoggiate sul tavolo davanti a lui, tra il momento della
realizzazione dell'opera e il momento della visione della stampa terminata. I
piani d'esistenza si confondono continuamente e le tre sfere si trasformano in
una creazione di Escher in grado di rappresentare le molteplici e complesse
relazioni tra gli oggetti in logiche composizioni spaziali. Lo spettatore del
proprio riflesso diventa così il fautore della sua stessa immagine e tramite lo
specchio fa entrare l'atto del dipingere nello spazio figurativo.
4. Lo
specchio come moltiplicatore di forme
Lo specchio duplica e raddoppia
immettendo nel campo visivo un doppio, la prima espressione del molteplice: per
questo si caratterizza intrinsecamente come un produttore e moltiplicatore di
forme che entra nella generazione dei viventi, ad esempio nelle embriologie
caleidoscopiche studiate dall'evoluzionista Richard Dawkins (Nairobi, 1941), e
nella divisione regolare del piano di Escher attraverso la ritmica disposizione
di alcune figure e del loro riflesso. Lo specchio, quindi, riflettendo ciò che
è identico a sé, causa la varietà e diventa protagonista nella dialettica tra
uguale e diverso: uguale rispetto a se stesso, diverso rispetto all'asse di
riflessione.
Entrambi questi temi si collegano alla teoria della simmetria,
sviluppata dalla cristallografia a partire dalla seconda metà dell'Ottocento,
indispensabile per comprendere in base a quali assi può attuarsi un
"effetto specchio" nelle embriologie di alcuni organismi, come radiolari
e meduse, ma anche per capire a fondo l'ossessione del grafico olandese per la
tassellatura regolare del piano, che "non è un tic, un'idiosincrasia, o un
hobby. Non è soggettiva, ma oggettiva" (M.C. Escher, La divisione regolare del
piano, cit., p. 117).
Se infatti lo specchio produce il molteplice ripetendo lo
stesso elemento, si comprende il legame con la concezione moderna della
simmetria, definita nel XVII secolo da Claude Perrault come un rapporto
d'uguaglianza tra parti contrapposte (12), vale a dire come una simmetria di
riflessione, di cui è un caso particolare quella bilaterale tra destra e
sinistra, presente ad esempio nel corpo umano. La figura dell'uomo è simmetrica
perché non cambia se le parti destre e sinistre sono invertite tra loro
attraverso la riflessione rispetto a un piano mediano verticale. La simmetria
moderna, come simmetria di riflessione, concilia quindi in sé un aspetto di uguaglianza
e uno di disuguaglianza, così come lo specchio ordina in modo antitetico delle
parti uguali rispetto a un asse: i medesimi motivi ripetuti specularmente
portano così a una variazione della forma negli organismi e al riempimento
regolare nel piano.
Escher applica la simmetria alla superficie in base a tre
principi fondamentali della cristallografia: dislocazione (traslazione), movimento
rotatorio dell'asse (rotazione) e riflessione. Nel caso della traslazione
"la collocazione delle figure sul piano dell'immagine in relazione
reciproca continua a essere la stessa" (M.C. Escher, La divisione regolare
del piano, cit., p. 108), mentre per il riflesso speculare "tutte le
figure che costruiscono il piano hanno anche una forma simile, ma i cavalieri
neri sono congruenti solo in relazione reciproca, e così anche quelli bianchi.
Congruenza, infatti, significa che le figure possono ricoprirsi a vicenda senza
lasciare il piano. Una mano sinistra e una destra, ad esempio, non sono
congruenti, ma hanno forma simile. (…) Se, comunque, come nel caso di questi
cavalieri, si hanno motivi che si ripetono specularmente, uno dei due deve
passare alla tridimensionalità per far sì che tutti vengano ricoperti. Bisogna
che per un momento lasci il piano, venga rigirato, ritorni al piano sottosopra.
Così diventerà congruente con la sua precedente immagine speculare e vi si potrà
sovrapporre. L'espressione "riflesso speculare" indica
riassuntivamente questa azione" (Ibidem, p. 123).
Escher,
Cavalieri,
1948
I due poli dello
specchio, l'immagine reale e il suo riflesso, permettono al grafico olandese di
dividere il piano con motivi uguali ma diversi rispetto alla loro collocazione
spaziale, mentre in Dawkins entrano nel processo di formazione dei viventi.
Nelle sue embriologie caleidoscopiche, infatti, il riflesso non è meno reale
del reale, in quanto il doppio non è più mera illusione bensì una componente
dell'organismo. Nel programma informatico Orologiaio cieco, pensato dallo
scienziato per simulare l'evoluzione, come interazione tra la selezione
naturale e l'ereditarietà, Dawkins ha introdotto anche la variabile
"specchi"; questi si dispongono secondo gli assi di simmetria degli organismi, determinando il numero delle ripetizioni, in diverse
parti del corpo, di alcune singole mutazioni casuali. Le modificazioni occorse
in un punto si riflettono dunque automaticamente sull'intera struttura: in
esseri viventi con simmetria bilaterale, per esempio, ciò che succede sulla parte
sinistra si riflette anche sulla destra, avvantaggiando le specie che
possiedono questo tipo di embriologia. Il numero degli specchi in grado di
moltiplicare i cambiamenti di forma dipende quindi dalla simmetria
dell'animale: nella stauromedusa raffigurata nel 1899 dal biologo tedesco Ernst
Haeckel una singola mutazione interessa tutti e quattro gli angoli
simultaneamente, ripetendosi otto volte perché oltre alla simmetria radiale
dell'intero organismo ogni angolo possiede una simmetria sinistra-destra,
mentre nella stella marina a cinque braccia, ognuna dotata di simmetria
bilaterale, una singola variazione sarà riflessa dieci volte. Lo specchio nella
natura contribuisce quindi alla metamorfosi delle forme viventi, moltiplicando
come in un caleidoscopio le loro possibilità morfologiche ed espressive
attraverso la ripetizione spaziale di uno stesso elemento, perché anche le
mutazioni, come i punti di vista, si perdono in un labirinto di riflessi.
(12) In questa sede è solo possibile
accennare al complesso tema della simmetria nella sua accezione antica, come armonia
e proporzione, e moderna, come rapporto d'uguaglianza tra parti contrapposte.
La definizione di simmetria di Perrault è poi sfociata in quella di invarianza
della figura complessiva rispetto a operazioni di scambio tra le sue parti
uguali o, matematicamente, come invarianza rispetto a un gruppo di
trasformazioni: si parla dunque di simmetria di rotazione se la figura rimane
invariata rispetto a operazioni di rotazione, come nelle corolle pentagonali dei
fiori, di simmetria di traslazione se la figura complessiva è invariante
rispetto a operazioni di traslazione, come nella scolopendra o nella disposizione
delle foglie nelle piante, ed infine di simmetria di riflessione se la figura è
invariante rispetto a operazioni di riflessione, come nel corpo umano. Per una
trattazione esauriente di queste tematiche rimando al volume di Elena
Castellani, Simmetria e natura, Laterza, Roma 2000.
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